Nel 1857 uno spaventevole terremoto distrusse
molti paesi del Napoletano e della Basilicata. Un operaio, per incarico dei suoi
compagni di lavoro, si mise in cammino verso Latronico per vedere quali danni
fossero avvenuti in quel paese.
Strada facendo fu raggiunto da un sacerdote dall'aspetto venerando, cinto da una
fascia di lucido cuoio, e con un rosario nelle mani. Il sacerdote lo salutò e,
dopo avergli dato uno sguardo, gli disse:
- Mi riconosci?
L'altro, non rammentandosi di averlo mai visto, gli rispose di no. E allora il
prete gli ripeté che lo aveva conosciuto di persona, quantunque da gran tempo: e
chiestogli dove andasse e a qual fine, avutane risposta, lo assicurò che a
Latronico il terremoto non aveva prodotto danno alcuno. Quindi gli parlò del
male che fanno gli operai a lavorare di festa, gli raccomandò vivamente di
astenersene, e dopo avergli dato altri saggi consigli, disparve.
All'improvvisa sparizione l'uomo rimase stupito, e riandando col pensiero alle
parole, alle movenze, al viso del sacerdote scomparso, si ricordò che circa
trent'anni prima egli lo aveva davvero conosciuto, gli aveva parlato e, come
vetturale, lo aveva trasportato dopo la quaresima predicata a Latronico. Era
proprio lui.
C. Sica, Il Venerabile Domenico Lentini, Grottaferrata 1931, p. 189.