Don Gabriele Amorth - I media e la magia (Eco di Maria nr.162)

I mezzi di comunicazione di massa, i cosiddetti "media", sono nati per essere al servizio dell'informazione, della cultura, dello svago... Purtroppo però sempre più frequentemente si fanno canali attraverso il quali scorrono messaggi pericolosi e inquinanti per l'anima, la psiche e la coscienza di chi, più o meno consapevolmente, ne è destinatario. Don Gabriele Amorth descrive le cause e gli effetti di questo fenomeno per orientare un giusto discernimento nella fede. In Italia ci sono dodici milioni di persone che frequentano i maghi. Ha fatto scalpore ultimamente l'arresto di Wanna Marchi, che (attraverso la sua emittente televisiva privata n.d.r.), estorceva anche centinaia di milioni per vendere imbrogli. Si sa che la pagina più letta dei giornali è l'oroscopo e che tanti, troppi, si dedicano a tentare la fortuna col totocalcio, col lotto, con altri quiz, fino al punto di non lavorare più in attesa del colpo fortunato. Che cosa ci sta alla base di tutto questo movimento, che coinvolge centinaia di miliardi? Se in certe forme il suggerimento è dato dal desiderio di un facile guadagno, in altre forme si vuole altro: si vuole conoscere il futuro, si vuole influire sulla volontà e sulla sorte degli altri; spesso si prende la via dell'occulto, per parlare con i defunti, per curiosità, per superstizione. E i mass media hanno sempre più divulgato tutte queste forme di ricerca, dipendenti da superstizioni che diventano manie. Ma se vogliamo andare in profondità, specie guardando a tutte le forme di magia e di occultismo, la vera causa è la mancanza di fede: l'uomo non ricorre più a Dio e alle forme che lo avvicinano a Dio (preghiera, sacramenti, sacerdoti), ma volge lo sguardo al mondo dell'esoterismo. Eppure la Bibbia parla chiaro: oltre trenta volte se la prende con magi e fattucchieri. Uno dei testi più ricchi è quello che troviamo ne Deuteronomio. "Quando arriverai alla terra che Dio ti dona (ossia in terra pagana, tra gente di mentalità pagana), non imparerai a commettere gli abomini di quelle nazioni. Non si troverà presso di te chi faccia passare il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco; chi pratichi la divinazione, il sortilegio, l'augurio, la magia; chi pratichi incantesimi, chi consulti gli spettri o l'indovino; chi interroghi i morti. Perché chi compie queste cose è in abominio a Jahvé" (18, 9-12). Troppi italiani credono di cavarsela in bellezza, da gente aggiornata e moderna, affermando: "Credo in Dio ma non sono praticante". Ossia calpestano i comandamenti di Dio. Il Vangelo è chiaro: "Non chi dice: Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Mt 7,21). E i media, che potrebbero avere un'influenza decisamente positiva nel mettere in luce i veri valori e quindi nell'educazione del costume, sono schierati nella maggior parte verso l'azione negativa, a danno dell'uomo.

Don Gabriele Amorth