Maria,Madre e Mediatrice di Grazia -
di Don Gabriele Amorth
Riferito alla Santa Vergine, il termine
mediatrice ha il senso subordinato di partecipazione all'unica mediazione di
Cristo; anche se questa parola acquista per lei un'estensione rispondente alla
sua missione universale.
Nella fase antepreparatoria del Concilio Vaticano II, che si concluse nella
primavera del 1960, quasi 500 tra Vescovi e Prelati avevano chiesto che venisse
definito il dogma della Mediazione universale di Grazia di Maria; prevalse però
il proposito di non promulgare nessun nuovo dogma.
Ma già nel 1921 il Card. belga Joseph Marcier aveva presentato a Papa Benedetto
XV una richiesta in tal senso; e il Papa concesse a tutto il Belgio l'Ufficio e
la Messa propria di Maria "Mediatrice di tutte le grazie". L'ultimo appello
ufficiale fu presentato nel 1984, a nome del Capitolo dei Canonici, dal Card.
Carlo Confalonieri, Arciprete di "Santa Maria Maggiore" in Roma. La risposta del
Card. Joseph Ratzinger – il nostro Papa Benedetto XVI, allora Prefetto della
'Congregazione per la Dottrina della fede' – fu di non ritenere necessario un
solenne pronunciamento [della Chiesa]; ma è interessante nella sua motivazione:
"La dottrina sulla mediazione universale di Maria Santissima si trova già
adeguatamente proposta nei diversi Documenti del Magistero della Chiesa". Come
dire che è dottrina sicura e ufficialmente insegnata.
Con queste premesse, non si tratta qui di difendere una causa già vinta, ma solo
di illustrare le ragioni di un titolo dato alla Vergine contro il quale si
accaniscono i Protestanti, ancorandosi in modo non congruo all'affermazione di
Paolo: "Uno solo è il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" [1 Tim
2, 6].
Il modo corretto di intendere la
mediazione della Vergine
Il titolo di Mediatrice, dato a Maria, risale
almeno al VI secolo e si diffuse soprattutto nel XII secolo. È noto
l'insegnamento di San Bernardo: "Veneriamo Maria con tutto l'impeto del nostro
cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Così vuole Colui che stabilì che
noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria". E Dante ha dato semplicemente veste
poetica a queste parole nella sua famosa terzina:
"Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz'ali".
[Par XXXIII, 13-15]
Non c'è dubbio che l'unico Mediatore tra Dio e l'uomo è Gesù, e che "nessuno può
andare al Padre se non per mezzo di lui" [Gv 14, 6]. Ma dobbiamo capire il senso
esatto delle parole, per non farne dei feticci. Ora, ogni volta che usiamo un
aggettivo attribuendolo a Dio o all'uomo, anche se il termine suona identico,
esso viene usato con significato diverso. Così, per esempio, quando parliamo
della santità di Dio e della santità di un uomo o di una donna.
Lo stesso concetto vale anche per l'attributo di mediatore riferito a Gesù [dove
ha valore assoluto], o riferito a Maria [dove il termine mediatrice ha un senso
relativo e subordinato, come partecipazione all'unica mediazione di Cristo].
Anche se, stante la missione universale di Maria, il termine acquista per lei
un'estensione che non ha alcuna altra creatura umana.
Alla luce di questi concetti, non solo non esitiamo a chiamare la Vergine Maria
"mediatrice di tutte le grazie", ma chiamiamo "mediatori" anche gli Apostoli, i
Martiri e i Santi che sono presso Dio; come "mediatori" chiamiamo tutti coloro
che esercitano una forma di testimonianza e di partecipazione del Vangelo della
Salvezza: i Sacerdoti, i Catechisti, gli stessi genitori che educano i figli
alla fede…
Questi sono concetti che il Concilio Vaticano II espone con chiarezza proprio a
proposito di Maria, per cui si può dire che – anche se quel Concilio non ha
proclamato il dogma della "Mediazione universale di Grazia" della Beata Vergine
– ne ha espresso tutti i princìpi su cui si fonda: "L'unica mediazione del
Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione
partecipata da un'unica fonte. E questa funzione subordinata di Maria la Chiesa
non dubita di riconoscerla apertamente, continuamente la sperimenta e raccomanda
all'amore dei fedeli perché, sostenuti da questo materno aiuto, siano più
intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore" [Lumen gentium, 62].